Mercoledì 22 ottobre, noi alunni della classe 3°D, assieme
alla classe 3°F siamo andati in una uscita didattica in Cansiglio, sul Pizzoc.
Siamo stati accompagnati dalle prof.sse di Matematica/Scienze delle due sezioni,
dalla nostra professoressa di Spagnolo e dagli insegnanti di Sostegno delle due
classi. L’intera uscita è stata guidata dal Professor Gigi Bravin, un docente laureato
in geologia, ora in pensione, che ci ha
illustrato la zona.
Lo scopo di questa uscita era quello di mostrarci la struttura
del nostro territorio sotto un profilo geologico.
Una volta scesi dalla corriera, che ci ha portati fino alla
cima del monte Pizzoc, abbiamo visto il Col Visentin, la Marmolada, i Colli Euganei,
i colli Berici, Bibione, Marano e la sua
laguna in lontananza, la laguna di Venezia, un accenno degli Appennini
Emiliani, il Monte Cavallo, il Monte Schiara. Inoltre la nostra guida ci ha
raccontato che anni fa c’era un ghiacciaio che partiva da Belluno e arrivava a
Vittorio Veneto, sciogliendosi ha provocato numerose frane i cui detriti hanno
ostruito il passaggio del fiume Piave dal quale si sono formati il lago di
Santa Croce e il laghi di Revine. Un tempo questi ultimi erano un unico lago ma
poi la porzione più occidentale si è prosciugata e la terra è stata bonificata;
si sono quindi formati due laghi che si chiamano lago di Santa Maria e lago di
Lago.
Lungo il tragitto ci siamo imbattuti in un cumulo di massi.
Si trattava della marna che è usata per fare il cemento. Una volta veniva
estratta dallo spazio grande che abbiamo visto vicino al posteggio del pullman
e tramite una teleferica veniva portata nelle fabbriche di Vittorio Veneto dove
veniva macinata, cotta e macinata nuovamente, insacchettata e portata nei vari
cantieri edili. Dopo un breve tragitto siamo arrivati alla gola di Vittorio Veneto
e lì il professor Bravin ci ha illustrato tutto il sistema delle centrali
idroelettriche costruite dall’Enel. L’acqua dal fiume Piave andava a finire nel Livenza, tramite una serie
di passaggi che coinvolgevano 6 Centrali idroelettriche ed altrettanti laghi. I
contadini però si sono arrabbiati perché non avevano abbastanza acqua per poter
irrigare i campi. Così dal fiume Livenza hanno creato una conduttura che riporta
di nuovo l’acqua nel Piave. Per un contratto esistente una parte di quell’acqua
viene riversata nel fiume Monticano alle Tre Acque.
Dopo questa spiegazione ci siamo diretti verso la faggeta
del Cansiglio, molto nota in tutto il Paese. Qui infatti i Dogi della
Repubblica di Venezia utilizzavano i faggi per costruire i remi delle zattere.
Gli alberi da tagliare erano selezionati con cura: venivano tagliati i più
vecchi e fatti crescere i più giovani e su quelli da abbattere veniva praticata
un’incisione. Se anche uno di questi faggi veniva tagliato in modo superfluo i
Dogi facevano l’uccidere l’artefice dello spreco del prezioso legname.
In questa faggeta, dai tronchi alti e allineati, abbiamo
trovato licheni fruticosi in abbondanza. Essi vengono utilizzati come base per
profumi maschili per il loro odore amaro molto intenso. Nella prima guerra
mondiale questo tipo di lichene veniva
usato anche nelle zuppe: per non percepire troppo il sapore amaro venivano
fatti bollire tre volte e ci impiegavano tre giorni per preparare il piatto il
cui risultato non era comunque molto soddisfacente. Oggi vengono utilizzati
anche in erboristeria per i loro effetti benefici. In Lapponia è pieno di
licheni infatti li l’aria è molto più pulita, mentre se andiamo in cerca di
licheni a Conegliano sono molto rari da trovare in alcune zone del centro, e
sono molto piccoli e di un colore verde giallastro spento.
La nostra professoressa ci ha anche parlato di un altro tipo
di lichene: la Letharia Vulpina. Essa è di colore verde/giallo acceso.
Nell’antichità veniva utilizzata come veleno per le volpi. Questo lichene
cresce in alta montagna, e non siamo riusciti a vederlo, ma anche se lo
avessimo visto non lo avremo potuto raccogliere, infatti è una specie velenosa.
Un altro lichene di cui ci ha parlato la professoressa è la
Lobaria Pulmonaria, chiamata così perché assomiglia ad un polmone. E’ una
specie protetta.
Lichene “Letharia Vulpina”
Lichene “Lobaria Pulmonaria”
Lichene “Fruticoso”
Dopo tutto ciò siamo
andati a mangiare alla Crosetta. Purtroppo non abbiamo potuto visitare il Bus
de la Lum a causa di alcuni tronchi caduti sulla strada per via un nubifragio
verificatosi la sera prima. Nonostante tutto la nostra guida ce ne ha parlato.
Ha detto che il nome “Buco della Luce”
in dialetto locale “ Bus de la Lum” è tale perché nell’antichità l’uomo, che
non conosceva ancora le leggi della fisica, ha notato che la luna sembrava
spuntare da quel buco. Si è inoltre appurato che il Pozzo dei Bellunesi è in
realtà costituito da più pozzi comunicanti, motivo per cui si è deciso di
denominare l'intero complesso speleologico come "Bus de la Lum - Pozzo dei
Bellunesi". Esso è tristemente noto per i tragici eventi avvenuti durante
la seconda guerra mondiale. L'inghiottitoio fu infatti utilizzato dai
partigiani come fossa dove vennero gettati soldati della Repubblica Sociale
Italiana, militari tedeschi e molti civili inermi, spinti all'interno con i
polsi legati con il fil di ferro rinserrato con le pinze.
Complessivamente l’uscita didattica mi è piaciuta molto, e
secondo me lo scopo è stato parzialmente raggiunto perché non abbiamo avuto
modo di visitare il famoso Bus de la Lum. Inoltre non sono riuscita ad
ascoltare tutto perché un gruppetto della classe 3°D doveva camminare assieme
ad un nostro compagno disabile in modo da far partecipare anche lui all’uscita,
ma avendo un passo più lento di quello degli altri rimaneva indietro. Per il
resto le cose apprese mi sono sembrate molto interessanti.
Quinto Isabelle
3D
Nessun commento:
Posta un commento